aprile 01, 2010

Stati del mondo: 88. Israele. - Territori occupati: 2. Cisgiordania. Amministrati dall’ANP.

B.S. 88.1 Golan ↔ 88.3 Gaza
Stati del Mondo.
Con gli accordi siglati negli anni 1993-2000, Israele ha riconosciuto formalmente (ma riservandosi il diritto di intervenire nei territori per “ragioni di sicurezza”) il mandato all’Autorità Nazionale Palestinese sulla striscia di Gaza e su alcune aree della Cisgiordania (tra cui le città di Gerico, Hebron, Nablus e Betlemme) equivalenti al 47% di quel territorio. A partire dal 2002 è stato costruito in Cisgiordania un “muro di sicurezza” di 360 km che segue, con ampie deviazioni a favore di Israele, la linea di confine del 1967. Dal 5 luglio 1994 l’ANP dispone di un sistema politico e amministrativo proprio, con un Presidente eletto a suffragio diretto, un Primo Ministro e un Consiglio legislativo composto da 88 membri, portati a 132 nel 2005. Lo stato di conflitto e la costruzione del muro hanno provocato gravi limitazioni alla possibilità di movimento dei cittadini palestinesi con pesanti ripercussioni economiche e sociali.

B. T. - Google map.
Sommario: Parte Prima: Strutture. 1. Attualità geopolitica. - 2. Parametri principali. – 3. Hamas. – 4. La Cisgiordania. – Parte Seconda: Eventi e dinamica politica. i. Espulsione rinviata. –

Parte Prima
Strutture

1. Attualità geopolitica. – a) «Il 23-XII-2016 una risoluzione di condanna della costruzione di insediamenti in Cisgiordania è stata approvata per la prina volta, con l'astensione degli USA, dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Tale risoluzione, insieme ad altre analoghe prese di posizione di altre organizzazioni internazionali, ha provocato una forte condanna da parte del governo israeliano. Con l'insediamento del nuovo presidente USA Trump, che ha visitato Israele nel maggio 2017, è stato però ribadito il sostegno alle politiche israeliane nei territori occupati. Nel 2017 è stata approvata la costruzione di migliaia di nuove unità abitative nella Cisgiordania occupata» (DeA2018).

b)  Lanci di agenzie, cronologicamente ordinati:
- 8.12.17  / «Le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa chiamano i Palestinesi a "riprendere tutte le misure di lotta armata" contro il segime sionista!: Poco fa con una conferenza stampa ufficiale le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, braccio armato del movimento Fatah ha lanciato l'appello a tutto il popolo dei territori occupati a prepararsi a una decisa ripresa della lotta armata contro l'occupazione sionista. Il messaggio ovviamente é collegato con la maldestra mossa di Donald Trump riguardo il riconoscimento dell'occupazione sionista di Gerusalemme/Al-Quds e lo spostamento dell'ambasciata Usa. Intanto dalla Striscia di Gaza le Brigate Salah ad-Din, braccio armato dei Comitati Popolari di Resistenza hanno rivendicato il lancio di due razzi contro obiettivi del regime sionista.» (PaFe/news)

- 19.10.17 / Otto Paesi europei, Italia inclusa, chiedono risarcimento a Israele. Gerusalemme, 19 ottobre 2017, Nena News –  Il quotidiano Haaretz scrive che la protesta riguarda la confisca di strutture mobili e attrezzature che i Paesi avevano reso disponibili per le comunità beduine nell’area C, sotto il controllo totale delle forze di occupazione israeliane. Il quotidiano Haaretz scrive che la protesta riguarda la confisca di strutture mobili e attrezzature che i Paesi avevano reso disponibili per le comunità beduine nell’area C, sotto il controllo totale delle forze di occupazione israeliane. Otto Paesi dell’Unione europea hanno firmato e si preparano ad inviare una lettera di protesta ufficiale a Israele in cui chiedono oltre 30.000 euro di risarcimento per la confisca e la demolizione di edifici, strutture e infrastrutture che avevano costruito a favore della popolazione civile palestinese nell’area C della Cisgiordania, sotto il controllo delle forze di occupazione israeliane. Lo riferisce oggi il quotidiano israeliano Haaretz. (NENA/news).

2. Parametri principali. – Il 25 gennaio 2006, alle elezioni legislative nei territori palestinesi, il partito di Arafat, al-Fatah, è stato per la prima volta battuto dai radicali islamici di Hamas che, dopo aver assunto la guida del governo con ismail Haniyeh (29 marzo 2006), hanno ribadito il rifiuto di riconoscere lo Stato di Israele. Quest’ultimo e parte della cosiddetta comunità internazionale, ma sostanzialmente gli Usa e loro clienti, hanno iniziato un boicottaggio – che dunque Israele pratica per conto suo, ma critica il boicottaggio che contro Israele fanno gli attivisti del BDS – anche economico (Israele – udite udite – raccoglie imposte e dazio doganali per conto dell’ANP) che hanno messo in crisi la fragile struttura dell’amministrazione.

3. Hamas. – Questa situazione ha rafforzatola leadership di Hamas, che ha preso il controllo titale della striscia di Gaza (giugno 2007), sventando un colpo di stato ed espellendo le forze politico-militari di al-Fatah. Questa ha a sua volta chiuso ogni rapporto con Hamas assumendo il controllo delle istituzioni politiche in Cisgiordania e nominando un nuovo primo Ministro (Salam Fayyad). Di fatto i territori occupati sono ormai divisi, secondo una regia ed una strategia che non è difficile riconoscere come diretta da Israele, che punta al totale dissolvimento del popolo palestinese senza esclusione alcuna di mezzi. È da notare che il “nuovo” primo Ministro Fayyad è di fatto illegittimo, se devono ritenersi valide le elezioni del gennaio 2006, fatte sotto controllo internazionale ed assolutamente democratiche. Nell’informazione corrente si tace quasi sempre il fatto che Hamas nel giugno del 2007 ha sventato un colpo di stato rivelato dalla rivista Vanity Fair e noto agli analisti più informati, ma normalmente taciuto e tacitato dalla propaganda israeliana.

4. La Cisgiordania. – È parte della Giordania a W del fiume Giordano e Gerusalemme Est. Il 31 luglio 1988 la Giordania ha rinunciato a ogni diritto sulla regione. La popolazione è costituita da palestinesi, ma sono presenti in numero sempre crescente ed invasivo circa 260.000 coloni ebrei. La superficie della Cisgiordania è di 5.879 kmq con una popolazione di 2.345.107 abitanti nel 2007.

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Parte Seconda
Dinamiche ed Eventi

Evacuazione a Ofra
i. Espulsione rinviata. –  Il link rinvia a un articolo di Hamira Hass del 20 novembre 2017 e tradotto in italiano su Bocche Scucite. Tratta della difficoltà ad avere informazione sui processi di espulsione dalle abitazione, peraltro formalmente illegali: «I soldati e i funzionari civili israeliani non chiamano mai per avvertirmi di un piano di espulsione appena messo a punto. A volte alcuni funzionari civili palestinesi accettano di condividere le informazioni, ma raramente sono loro a cercarmi. La stampa israeliana non è in cima ai loro pensieri, anche se un articolo e un editoriale di Haaretz sul progetto di espellere due comunità di pastori dalla valle del Giordano settentrionale stanno producendo effetti importanti. Gli ufficiali della sicurezza palestinese di solito tengono la bocca chiusa. Le mie fonti sono da sempre le persone ordinarie. E i migliori nel darmi informazioni in tempo reale sono gli attivisti israeliani. Condividiamo un obiettivo: mettere i bastoni tra le ruote ai provvedimenti di espulsione. Il 9 novembre un attivista di Taayush mi ha chiamato in preda all’ansia: l’esercito aveva appena ordinato di evacuare tutte le proprietà nell’area di Al Maleh, nella valle del Giordano. Due comunità di pastori composte da trecento persone temevano che l’esercito potesse arrivare in qualsiasi momento per confiscare tutti i loro averi: cammelli, pecore, mucche, baracche, recinti, cisterne.Naturalmente il provvedimento di espulsione è illegale. L’intervento di un avvocato e gli articoli di Haaretz hanno in qualche modo rinviato la catastrofe. Ma per fermarla ci vuole di più. Serve un intervento internazionale. ». La foto documenta una una protesta contro l’evacuazione di alcune abitazioni nell’insediamento di Ofra, in Cisgiordania, durante un’operazione condotta dell’esercito israeliano, febbraio 2017.

ii. Piani segreti per la Palestina. –

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