settembre 30, 2012

La questione sionista ed il Vicino Oriente. – Documentazione tratta dal “Journal de Genève”: b) Cronache dell’anno 1945.

Sinottica di «Geopolitica»
Home della «Questione sionista»

Mentre valgono le considerazioni generali già fatte per le precedenti fonti documentarie, finora raccolte, e cioè: vedi Elenco Numerico pare qui opportuno rilevare ogni volta la casualità e imparzialità con la quale le diverse fonti si aggiungono le une alle altre, animati da una pretesa di completezza, che sappiamo difficile da raggiungere, ma che non ci stancheremo dal perseguire. Il “Journal de Genève” è così presentato nel suo sito: «Fondé par James Fazy, le quotidien suisse paraît le 6 janvier 1826 et son dernier numéro est daté du 28 février 1998. Le quotidien milite dès ses débuts en faveur d’un libéralisme à visage humain. Il plaide pour le suffrage universel et la liberté de la presse. La collection complète représente 550'000 pages imprimées équivalant à 2'000'000 articles».  L’archivio svizzero abbraccia 200 anni. Per il materiale particolarmente interessante ma non racchiudibile entro i rigorosi limiti della ricerca, ci serviremo di “rinvii”. Assumendo come anno di partenza il 1948 seguiremo per questa testata un metodo diacronico, raccordandolo con quello sincronico iniziato dall’anno 1921. Cercheremo di non importunare il Lettore illustrandogli le problematiche della ricerca, mentre faremo di tutto per agevolargli la navigazione  nell'ipertesto.

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LA QUESTIONE SIONISTA
E IL VICINO ORIENTE
Home
tratta dal quotidiano “Journal de Genève”


1945
1882  1944 ↔ 1946  1948

Journal de Genève: 1882 - 1883 - 1884 - 1885 - 1886 - 1887 - 1888 - 1889 - 1890 - 1891 - 1892 - 1993 - 1894 - 1895 - 1896 - 1897 - 1898 - 1899 - 1900 - 1901 - 1902 - 1903 - 1904 - 1905 - 1906 - 1907 - 1908 - 1909 - 1910 - 1911 - 1912 - 1913 - 1914 - 1915 - 1916 -1917 - 1918 - 1919 - 1920 - 1921 - 1922 - 1923 - 1924 - 1925 - 1926 - 1927 - 1928 - 1929 - 1930 - 1931 - 1932 - 1933 - 1934 - 1935 - 1936 - 1937 - 1938 - 1939 - 1940 - 1941 - 1942 - 1943 - 1944 - 1945 - 1946 - 1947 - 1948 - 1949 - 1950 -


Anno di inizio spoglio: 1948
Sommario: 1945 1) 8 febbraio: Situation et perspective. – 2) 21 febbraio: La question de mandat rebondit.  – 3) La France aurait recue des reponses satisfaisantes. –



Cap. 1/b
Top supra ↑ 8.2.1945 ↓ infra ⇒

Situation et perspectives

Journal de Genève,
8 febbraio 1945, p.7

L'assemblee generale du "United Palestina Appeal" a fixe a $ 35,3 millions son budget pour l'etablissement de nouvelle colonies juives. Cette somme sera suffisantes pour couvrir les frais d'etlabissement des refugies juifs en 1945. Cette association a l'intention d'etablir un million de Juifs au cours des deux annee qui suivront la conclusion de la paix. L'etablissement de 60.000 refugies juifs a ete finance de cette maniere au cours des cinq premieres annees de guerre.


Cap. 2/b
Top supra ↑ ↓ infra ⇒


La question de mandat rebondit


Journal de Genève,
21 febbraio 1945, p.6

 New York, 21. - (Reuter) Le New York Times ecrit:
La Grande-Bretagne doit ceder le mandat de la Palestine et la France ceux sur la Syrie e le Liban aux Nations Unie "curatelles" avec le nouveau systeme des mandats. Un memoire a cette effet a ete remis au general de Gaulle pour approbation, lundi dernier, par M. Jefferson Caffery et le general de Gaulle a demande quelques eclaircissements sur divers points. Ce nouveau systeme a ete adopte par les "trois" a la conference de Yalta.

Cap. 3/b
Top supra ↑ ↓ infra ⇒

La France aurait recue des reponses satisfaisantes


Journal de Genève,
23 febbraio 1945, p.2

 Paris, 23. - (Reuter) Le porte-parole du ministere francais des affaires etrangeres a declare jeudi:

 Le  gouvernement francais a recu des reponses satisfaisaintes des trois gouvernements allies concernant les decisions de Yalta. Elles ont laisse l'impression aux milieux officielles que le trois puissances ont veritablement l'intention d'admettre la France en consultation sur toutes les questions en suspens, sur un pied d'entiere egalite.

Parmi les questions mises au point par le reponses se trouve de la zone d'occupation francaise en Allemagne, qui sera delimitee par la commission consultative europeenne, sur la base des... etc. [omissis, in quanto non concernente la Palestina].

En reponse a une question le porte-parole du ministere des affaires etrangeres a dit:

Le memorandum secret remis au general de Gaulle par M. Jefferson Caffery, ambassadeur des Etat-Unis,   demeure toujours secret. Mais il ne pouvait nier qu'il faisait allusion a la possibilite pour la France et la Grande-Bretagne d'abandoner leur mandats en Palestine et dans le Levant.


Enciclopedia libica: b) i luoghi della resistenza: 4. Bani Walid, citta' dei Warfalla e roccaforte dei gheddafiani

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Posizione di Bani Walid
Non citiamo il link da cui attingiamo notizie che dovremo ancora verificare nella loro oggettivita'. Ma alla data del 20 gennaio 2012, tre mesi dopo la morte di Gheddafi, si legge che "Bani Walid, una delle ultime roccaforti di Gheddafi, 200 chilometri a Sudest di Tripoli e' stata riconquistata dalle forze fedeli a Gheddafi". Dunque, non e' tutto finito con la sua morte. Il "dittatore", secondo una consueta espressione diffamatoria dei media, continua a suscitare una fedelta' anche dopo la sua morte. Appunto, la strana "dittatura" di un morto. Cio' che sostituisce la "dittatura" si chiama "nuovo Governo di transizione" ed e' costituito dagli uomini insediati dalla Nato. Andranno a costituire un sistema di partiti e di istituzioni che sciommettarno le nostre tanto amate organizzazioni partitiche, sindacali, parlamentari, ecc. che ci deliziano tanto e che vengono sostituite con un semplice cenno d'oltre atlantico e da oscure lobbies finanziare. Questo sara' anche il "nuovo Governo di transizione" della Libia. Ma non e' detto, considerata la struttura tribale della Libia, che solo Gheddafi riusciva a tenere unita. Bani Walid e' il "regno dei Warfalla", ossia la tribu' che in Libia e' la piu' numerosa.

SOMMARIO: 1. Festeggiamenti per la morte di Omar Shaban. - Ancora nel settembre 2012, in Banu Walid, ripresa dalle forze fedeli a Gheddafi si festeggia la morte di Ohmar Shaban, uccisore materiale di Gheddafi avvenuta il 20 ottobre del 2011. Quindi, il "nuovo governo" insediato dalla Nato non ha il controllo completo del territorio e la realta' della Libia appare formata da poteri locali, dove hanno in mano il potere le singole tribu', vera ossatura sociale della Libia. Il "nuovo governo" si abbandona ai "riti"...

Enciclopedia libica: a) gli uomini: 3. Omran Shaban, l'esecutore materiale dell'assassinio di Gheddafi

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O. Shaban con la pistola di Gheddafi
Su Wikipedia non troviamo nessuna scheda di Omran Shaban, come invece per Stevens e Jibril. Possiamo ricavarne qua e la' qualche notizia essenziale, saltando di un link all'altro che per la loro genericita' non ci sembra di dover citare. Intanto, si legge che non tutte le citta' sono state domate e ridotte all'obbedienza. In fondo, come era chiaro e gia' si sapeva, agli invasori della Nato, a Francia, Inghilterra e altri, non interessava il vivere civile e sicuro della Libia o di qualsiasi altro paese vadano a "liberare". L'obiettivo politico era di abbattere Gheddafi a la sua resistenza ai progetti dell'Africom. Se la Libia, l'Iraq e domani la Siria restano in una condizione di guerra civile permanente e di anarchia, questo e' esattamente il loro obiettivo strategico finalmente raggiunto. L'unica cosa di cui sembra ci si interessi in Libia e' la ripresa dell'estrazione dell'eccellente petrolio libico, dal quale l'Italia e' stata estromessa con una sodomizzazione piu' soft di quella inflitta a Gheddafi e a Stevens e ad opera di amici e alleati fedeli, come Usa, Francia, Inghilterra, per non parlare di Israele. Ma torniamo a questo "eroe" che in vita portava il nome di Omran Shaban. Era lui che comandava il drappello che dopo il bombardamento di un drone americano si e' avventato sulla colonna di Gheddafi, uccidendolo nel modo che sappiamo. Ma poiche' ancora alcune citta', Sirte e Bani Walid, anche resistono in mano a milizie fedeli alla memoria di Gheddafi, sarebbero stati - a quanto leggo - quelli della citta gheddafiana di Bani Walid ad aver ucciso Omran Shaban, che e' morto moribondo a Parigi il 23 settembre scorso, evitando il trattamento riservato a Stevens. Troviamo strane queste uccisioni contemporane dei due. Sono morti collegate? Ad opera degli stessi autori? Entrambi una vendetta per la morte del rais Gheddafi? Non sappiamo, almeno per il momento.

SOMMARIO: 1. Notizie su Omran Shaban. - 2. Ma e' davvero lui l'assassino di Gheddafi? -

1. Notizie su Omran Shaban. - Leggiamo che Omran Shaban "era salito alla ribalta quando il 20 ottobre 2011 [quasi un anno fa] fu immortalato nelle immagini che lo ritraevano mentre teneva l'ex dittatore Muammar Gheddafi prima della sua uccisione". A sua volta Omran e' stato rapito e torturato dagli uomini rimasti fedeli e Gheddafi ed e' stato rilasciato in pessimo stato la settimana scorsa solo "grazie alla mediazione del presidente dell'Assemblea nazionale libica, Mohammed al Magarief", al quale dedicheremo una scheda, per illustrare le nuove istituzioni, finalmente "democratiche", appunto la "Assemblea nazionale libica", cessata finalmente la "dittatura" di Gheddafi ed iniziata quella delle multinazionali, pur lasciando in appalto ai locali il "governo democratico" della nuova Libia. Ci scusiamo, per il sarcasmo, ma e' inevitabile e non riteniamo di doverci censurare nella nostra visione "partigiana" di una pagina di storia che ci riguarda direttamente come italiani, ancora una volta consegnati ai libri di storia come incalliti traditori. Resta qui oscura, non detta, la natura e le modalita' della "mediazione": chi, perche', in cambio di cosa, cosa significa? Al solito, non ce la raccontano giusta e dobbiamo cercare di arguire la verita' dei fatti dalle distorsioni dei media.

2. Ma e' davvero lui l'assassino di Gheddafi? -

Enciclopedia libica:a) gli uomini: 2. Chris Stevens, l'ambasciatore americano nella invasione della Libia.

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Chris Stevens (1962 - 2012)
Faccio una strana fatica a memorizzare il nome di Chris Stevens, che i media danno come "ambasciatore americano" nel consolato di Bengasi. La sua effettiva qualifica come il suo ruolo sono da verificare. Alcuni link dicono che era in realta' il vicere' della Libia. Era lui che aveva diretto l'invasione e si parla di lui come uomo dei servizi segreti, CIA e/o MOSSAD. Ovviamente, sono "voci" che andremo a verificare per quanto ci sara' possibile. Ma a noi altro interessa. Posto che gli Usa hanno organizzato ed ottenuto l'abbattimento del governo di Gheddafi, e che dietro le operazioni belliche vi fosse proprio Stevens, riesce strano che il controllo del territorio sia loro sfuggito di mano al punto di non essere neppure riusciti a salvaguardare l'incolumita' del loro uomo. Si puo' anche penare, e non ci importa affatto di guadagnarci la qualifica di "complottisti", che la sua vita fosse stata sacrificata per obiettivi che ci restano oscuri. Non puo' non impressionare il ricordo della Clinton che scimmiottava Giulio Cesare, trasformandone il veni, vidi, vici in un venimmo, vedemmo e mori', riferendosi a Gheddafi. Una frase che certamente restera' negli annali a ricordo della volgarita' e della barbarie dell'Impero americano. Ma impossibile non riflettere sul fatto che Chris Stevens e' stato (o sarebbe stato) trucidato con le stesse modalita' con cui gli "umanisti liberali e liberatori" hanno assassinato Gheddfi: con sodomizzazione ovvero impalamento. Viene da pensare alla Clinton. di cui Stevens era solo il suo amasciatore che ha portato una pena che sarebbe stata forse di maggiore pertinenza della Clinton, che si e' ben guardata dal trovarsi nei pressi di Bengasi, al posto del malcapitato Chris.

SOMMARIO: 1. Ma chi era Chris Stevens? -

1. Ma chi era Chris Stevens? - Sul Corsera si trova una agiografia redatta da Guido Olimpio, un nome che parla da solo. Il morto viene presentato come un "grande amico degli arabi", ma si riconosce anche il suo ruolo centrale nella sporca faccenda di Libia, che potra' essere idealizzata e ideologizzata quanto si vuole, ma che resta sporca piu' di ogni altra e Stevens ci era dentro. Riposi in pace, ma piu' che la sua vita ci interessa la sua morte. Se dobbiamo ammettere che la Libia si trova oggi nel completo possesso e dominio degli Usa, di Francia e Gran Bretagna, e dietro le quinte di Israele, non si capisce come abbia potuto essere facilmente prelevato da non sappiamo bene ed ammazzato cosi' barbaramente. Ci sorge anche il dubbio che se e' stato lui a dirigere le operazioni che hanno condotto alla morte di Gheddafi, non ne sia anche l'effettivo responsabile della morte, almeno sul piano morale e considerato l'immediato rallegramento della Clinton, che di Stevens era il superiore. Che gli assassini abbiano voluto mandare un segnale? Per dire: ecco, ti abbiamo fatto fare la stessa fine che tu hai fatto fare a Gheddafi. Inutile cercare una risposta a questi quesiti sui media mainstream o addirittura da Guido Olimpio. Indagheremo, per quanto possibile, ed annoteremo le nostre conclusioni o meglio le nostre congetture, dichiarandole tali: congetture.

Enciclopedia libica: a) gli uomini: 1. Mahmud Jibril, l'uomo scelto dagli invasori.

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Mahmud Jibril (n. 1952)
Se la memoria non mi inganna, ed in attesa di ritrovare il link, quest'uomo in una conferenza parigina, dove gli veniva contestata la vera e propria messa in scena, come in un film con comparse, di una finta manifestazione di piazza in Tripoli, per contestare il governo legittimo di Geddafi, non solo non negava il fatto, ma lo ammetteva apertamente dicendo che si trattava di una "stratagemma di guerra". Sono innumerevoli le volte che racconto questo aneddoto, troppe volte, al punto di averlo svuotato delle sue coordinate di luogo e di tempo, che invece vanno rigorosamente fissate. L'abbattimento del governo, legittimo, di Geddafi e' stato possibile per la copertura aerea della NATO, che bombardava ammazzando quei civili per la protezione dei quali diceva di intervenire militarmente. L'osceno e l'impudenza regnano ormai sovrani nella nostra epoca, con i media mainstream che formano la classe sacerdotale dell'amministrazione e somministrazione della menzogna quotidiana. A quest'uomo comunque e' stato regalato, in compenso per i suoi servigi, quel che restava della Libia. I fatti pero' hanno una loro dinamica non ancora conclusa.

SOMMARIO: 1. Suo ruolo nel rovesciamento del governo di Gheddafi e nell'invasione atlantica della Libia. -

1. Ruolo di Mahmud Jibril nel rovesciamento del governo di Gheddafi e nell'invasione atlantica della Libia. - Non ci interessa quando Mahmud, nato nel 1952, abbia fatto la sua prima comunione, se l'ha fatto, quando si e' sposato, ha fatto gli studi, come e quanto bene sia vissuto e vive ancora, prima e dopo l'assassinio di Gheddafi, che a nostro avviso non ha fatto alla Libia in 40 anni di governo personale tutto il male che Jibril ha fatto in pochi mesi. Notizie banali come quelle sulla vita, non esemplare, di quest'uomo si possono trovare in Wikipedia o altrove. A noi non interessano e come capita raccoglieremo in questo paragrafo notizie significative pertinenti al nostro punto di vista. Ci sembra significativo come Jibril sia durato al "governo" della "nuova" Libia apparentemente poco. Forse cio' e' un indizio della sua natura e del suo ruolo di uomo di paglia, di fantoccio. Gheddafi dopo aver rovesciato il re Idris si era manetnuto al potere per ben 40 anni. Se Jibril doveva esserne il successore non e' durato neppure 40 mesi.

Enciclopedia libico-siriana: Homepage. - Per orientarsi nei fatti, nei luoghi e sulle persone responsabili del rovesciamento e del cambio di regime del legittimo governo di Geddhafi: prima, durante e dopo fino all'oggi.

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Geddafi morto
Avendo seguito da cittadino italiano i fatti di Libia, che hanno visto l'Italia tradire un trattato di amicizia italo-libico, ancora fresco di inchiostro, mi riesce difficile governare la massa dei dati, anche se il quadro concettuale del tutto mi e' chiaro. Cio' che e' successo in Libia, a noi vicinissima, ma anche il Iraq, Afghanistan, si tenta in Siria, ed in molti altri paesi, mi sembra assai simile a cio' che successe in Europa nel 1945. Chi debella un governo "nemico", attribuisce a se stesso il diritto di farne cio' che vuole. Si incomincia con l'insediamento di un governo di collaborazionisti, ai per l'irrilevante si lascia la facolta' di opprimere il popolo e per l'essenziale deve rispondere ed obbedire a chi ha invaso con le armi il paese ed abbattuto il governo legittimo, con o senza la partecipazione di traditori. Credo che i fatti di Libia possano essere osservati e studiati per ricavarne insegnamenti di carattere generale. Ed e' con questo spirito che ci accingiamo, in questo blog di geopolitica, ad iniziare una nuova serie di post, necessariamente casuali e sporadici, nella forma di Enciclopedia, che meglio consente di raccogliere ed ordinare dati che ancora non si conoscono.

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