gennaio 02, 2013

La questione sionista ed il Vicino Oriente. – Documentazione tratta dal quotidiano torinese “La Stampa”: Cronache dell’anno 1939.

Homepage Q. S.
Mentre valgono le considerazioni generali già fatte per le precedenti fonti documentarie, e cioè: Vedi Elenco Numerico, pare qui opportuno rilevare ogni volta la casualità e imparzialità con la quale le diverse fonti si aggiungono le une alle altre, animati da una pretesa di completezza, che sappiamo difficile da raggiungere. Il quotidiano “La Stampa”, fondato nel 1867, rende disponibile il suo archivio storico dal 1867 al 2006. Valgono i criteri generali enunciati in precedenza e adattati ogni volta alla specificità della nuova fonte. Assumendo come anno di partenza il 1921 seguiamo un metodo sincronico, raccordandolo con quello diacronico basato su alcuni anni di riferimento.

LA QUESTIONE SIONISTA
E IL VICINO ORIENTE
Home
tratta dall’archivio storico de “La Stampa


1939
1938   ↔ 1940
Anno inizio spoglio: 1921.
La Stampa: 1882 - 1883 - 1884 - 1885 - 1886 - 1887 - 1888- 1889 - 1890 - 1891- 1892 - 1893 - 1894 - 1895 - 1896 - 1897 - 1898 - 1899 - 1900 - 1901 - 1902 - 1903 - 1904 - 1905 - 1906 - 1907 - 1908 - 1909 - 1910 - 1911 - 1912 - 1913 - 1914 - 1915 - 1916 -1917 - 1918 - 1919 - 1920 - 1921 - 1922 - 1923 - 1924 - 1925 - 1926 - 1927 - 1928 - 1929 - 1930 - 1931 - 1932 - 1933 - 1934 - 1935 - 1936 - 1937 - 1938 - 1939 - 1940 - 1941 - 1942 - 1943 - 1944 - 1945 - 1946 - 1947 - 1948 - 1949 - 1950 - 1951 - 1952 - 1953 - 1954 - 1955 - 1956 - 1957 - 1958 - 1959 - 1960 - 1961 - 1962 - 1963 - 1964 - 1965 - 1966 - 1967 - 1968 - 1969 - 1970 - 1971 - 1972 - 1973 - 1974 - 1975 - 1976 - 1977 - 1978 - 1979 - 1980 - 1981 - 1982 - 1983 - 1984 - 1985 - 1986 - 1987 - 1988 - 1989 - 1990 - 1991 - 1992 - 1993 - 1994 - 1995 - 1996 - 1997 - 1998 - 1999 - 2000 - 2001 - 2002 - 2003 - 2004 - 2005 - 2006.

Sommario: 1. La conferenza per la Palestina. – 2. Le impressioni al Cairo. –

Indice Analitico: a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z. –  Eventi del 1939. – Altre fonti giornalistiche, periodiche o archivistiche del 1939.


Cap. 1

Top c. 1 8.2.1939 ↓ c.  3   ⤇ plus

La conferenza per la Palestina

La Stampa,
mercoledì, p.8
8 febbraio 1939

Titoli: La conferenza per la Palestina. Gli errori di Versailles e gli spropositi di Ginevra verranno corretti? Sintomatica assenza della Siria.

Londra, 7 febbraio. – La conferenza per la Palestina a qualche tempo fa era preannunciata come conferenza della tavola rotonda; il che non è affatto una reminiscenza in onore degli antichi cavalieri di Artù, ma vuol dire semplicemente, in termine diplomatico, una riunione di gente di qualità e di valori diversi, anzi — per continuare ad essere diplomatici — diametralmente opposti, ma tutti su uno stesso piano e tutti, per tradurre le parole adoperate oggi da Chamberlain, con piena facoltà di esporre e di chiedere quello che desiderano.

Oggi si è inaugurata la conferenza; ma di tavola rotonda non si parla più. Fortuna ha voluto che il Re abbia graziosamente messo a disposizione delle delegazioni l’antico palazzo di San Giacomo, palazzo provvisto naturalmente di parecchi portoni d’ingresso, tutti assai rispettabili, senza che né l’uno né l’altro abbia l’aria di porta di servizio. I semiti, si sa, sono permalosi: e gli arabi hanno deciso di non incontrarsi cogli ebrei e gli ebrei, saputo questo, hanno reso noto che neanche essi volevano aver a che fare cogli arabi. Cosi gli arabi sono entrati stamane alle 10,30 a palazzo di San Giacomo per l’ingresso della foresteria; tre ministri del Re d’Inghilterra, Chamberlain, Halifax e MacDonald e il sottosegretario agli esteri Eutler li hanno accolti nella sala della regina Anna. Un’ora e mezza dopo sono arrivati i sionisti, entrando dalla porta detta degli ambasciatori e gli stessi ministri li hanno accolti nella sala dei banchetti.

 Gli uni e gli altri, succesivamente e separatamente ben s’intende, hanno preso posto attorno alla tavola della conferenza, nella galleria dei quadri, una porta della quale si apre appunto sulla sala della regina Anna, un’altra nell’anticamera dei banchetti. La conferenza di Londra cioè diventava due conferenze: una anglo-araba, l’altra anglo-sionista. Ma all’ultimo momento, come se ciò non bastasse, le due conferenze sono diventate tre.

Gli arabi di Palestina, come è noto sono divisi in partiti; vari sono i programmi, i metodi, le tradizioni che concordano in un punto solo e principale: non vogliono saperne, né gli uni né gli altri, dei sionisti e sopra tutto del sionismo politico. Ma questo punto non basta a conciliare le rivalità di carattere feudale fra le due famiglie Husseini e Nashishibi alla prima delle quali appartiene il famoso Hamin noto a tutto il mondo come il Muftì di Gerusalemme, seppure in esilio e considerato il capo della rivolta tuttora in corso; intorno ai Nashishibi si accentra invece il partito arabo della difesa, detto dei moderati. La «moderazione» è fatta per distinguersi dagli Husseini. I rappresentanti di questi ultimi, giunti ieri a Londra, non sono arrivati stamane a palazzo San Giacomo e hanno fatto dire che non possono sedersi insieme coi rappresentanti degli avversari.

Naturalmente il governo britannico, il quale pare disposto a mostrare fino in fondo quella tale buona volontà che proprio in Palestina gli angeli del cielo ponevano come condizione della pace in terra, ha fatto una dichiarazione: non può prendere posizione né per l’uno né per l'altro partito, spera che si mettano d’accordo, si sobbarcherà a dar luogo a una terza conferenza nella quale i ministri di Sua Maestà, come già hanno deciso di fare coi seguaci del Muftì e coi sionisti, discuteranno cogli «arabi della difesa» il problema palestinese.

Domattina intanto c’è riunione di gabinetto britannico, domani pomeriggio Camera dei comuni; perciò la prima riunione anglo-sionista si terrà domani sera alle otto. Le riunioni anglo-arabe sono rinviate a quando una procedura definitiva sarà stata trovata sia coi fautori che con gli oppositori del Muftì. 

Si spera di raggiungerla in un paio di giorni. Il Palazzo del Re, l’intervento del Primo Ministro, di due ministri e di un sottosegretario e sopratutto la pazienza da questi dimostrata rivelano che il Governo britannico tiene molto ad evitare un fallimento della conferenza o delle conferenze, che dir si voglia. Il fatto è che il Governo intende perseguire anche in questo lato, della revisione dei trattati, il metodo di Chamberlain dei contatti personali; e vuol far vedere, come oggi ha detto agli arabi il Primo Ministro, che di fronte ad esso non vi sono problemi insolubili. Per il momento, date le incompatibilità elencate e data la situazione locale palestinese, dove il sangue continua a scorrere in maniera grave, la funzione dei ministri inglesi e soprattutto quella del ministro MacDonald, sarà di «collegamento».

Poi verranno le proposte e le controproposte; e la tesi britannica sarà la risultante. Allora si vedrà quanto il revisionismo e la cancellazione delle sperequazioni versagliste e ginevrine, di cui si vanta l’Inghilterra di Monaco e contro cui era l’Inghilterra di Eden, abbiano veramente permeato la nuova politica di Londra. In questo caso la conferenza attuale potrebbe acquistare veramente un valore storico. Gl’inglesi hanno un grande aiuto: quello degli Stati arabi, Egitto, Irak, Transgiordania, Yemen, autorevolmente rappresentati a Londra, che mostrano quali più vasti e non solo locali disegni si possono affrontare.

Manca, è vero, la Siria. Questa assenza è eloquente e dimostra come il revisionismo secondo giustizia abbia ancora un ostacolo da eliminare: Parigi. 
L. R.



Cap. 2

Top c. 1 8.2.1939 ↓ c.  3   ⤇ plus

Le impressioni al Cairo

La Stampa,
mercoledì, p. 8
8 febbraio 1939

Cairo, 7 febbraio. – L’attenzione egiziana è volta alla conferenza di Londra. I giornali si occupano con grandi titoli del progetto della federazione araba della Siria, Palestina e Transgiordania, cui si mostrano favorevoli gli ambienti inglesi e francesi. Il progetto di cui ora si parla in termini ufficiali è in massima conforme alle rivelazioni anticipate da La Stampa  nello scorso ottobre in una corrispondenza da Damasco, rivelazioni che allora avevano suscitato molto rumore negli ambienti orientali. Commentando, i giornali di Cairo mentre da un lato esprimono il compiacimento per l’unione della Siria alla Palestina, da un altro manifestano apprensione per un progetto che servirà ad ammettere un maggior numero di ebrei entro il nuovo Stato.

Il principe Mohamed Alì sul quale erano corse voci come candidato al trono di Gerusalemme, è rientrato al Cairo di ritorno dal pellegrinaggio alla Mecca, dove ha avuto colloqui con Ibn Saud il quale gli ha donato una spada d’oro massiccio appartenente agli antenati wahabiti.

Nessun commento: